l secondo Demo Day di PLAI, l’acceleratore di Mondadori, restituisce un’immagine molto precisa dell’AI in Italia: un settore che corre, nonostante la distanza storica dai grandi poli internazionali, e che sta iniziando a produrre soluzioni realmente competitive per imprese e industria. Il Vodafone Theatre di Milano è pieno già dal mattino, un dettaglio che dice più di molti report: l’attenzione per questa tecnologia è in crescita.
Come ha spiegato Stefano Argiolas, CEO di PLAI: “Mostreremo su questo palco cosa stanno facendo le startup, e non solo, per mettere concretamente l’intelligenza artificiale in contatto con la vita reale”. In soli 600 giorni dall’inizio del programma, i numeri parlano chiaro: oltre 1.000 candidature analizzate, alla ricerca delle soluzioni più promettenti. “Meno del 2 per cento delle application viene selezionato nei batch di PLAI. A chi entra, però, abbiamo voluto offrire valore concreto lungo tutto il percorso, anche costruendo insieme un processo di comunicazione con l’interno dell’azienda. Ci interessava dare alle startup gli strumenti per crescere, e al tempo stesso apprendere da loro per innovare a nostra volta. Il nostro obiettivo è raccogliere innovazione dal basso e crescere insieme”.

In questo scenario si definisce il posizionamento di PLAI: un acceleratore che lavora su tre assi – education, new media e retail – con un obiettivo molto chiaro. Antonio Porro, CEO del Gruppo Mondadori, lo ha ricordato nei saluti iniziali: “Mi è tornata in mente la prima riunione in cui abbiamo ipotizzato di dar vita a questo programma. Ci chiedevamo come impostarlo, quanto sarebbe stato complesso, quali obiettivi fissare. Erano molteplici e ambiziosi. A 600 giorni dall’avvio, dobbiamo essere orgogliosi di quanto abbiamo fatto”. E ancora: “L’Intelligenza Artificiale rappresenta oggi un fattore di trasformazione per l’industria dei contenuti e dei servizi applicati. Come Mondadori abbiamo scelto non solo di adottare queste tecnologie, ma di farci promotori di un nuovo modello di open innovation capace di generare valore”.
Lo stato dell’AI
La giornata si apre con una riflessione corale su come l’intelligenza artificiale stia trasformando processi, filiere e abitudini. Marc Jellema, CEO di Startupbootcamp, chiarisce subito il quadro internazionale: “Il 51% di tutto il traffico internet arriva oggi tramite bot. Sono algoritmi, agenti IA che parlano tra loro. È davvero tanto. I miei figli non dicono più ‘cerchiamolo su Google’, dicono ‘Chiediamolo a ChatGPT’. Quella generazione sta saltando Google”.

Dobbiamo quindi imparare a vivere in una realtà diversa da quella, già rivoluzionaria, dell’avvento di Internet. “Potremmo dire che gli esseri umani sono solo carbonio e acqua, ma siamo chiaramente più di questo. Perché non accettare che forse l’IA sia una nuova specie digitale con cui dovremo coesistere?” ha concluso Jellema.
Il dibattito dunque entra subito nel vivo, toccando temi concreti ma anche profondi, con riflessioni che abbracciano l’intera società.
È il caso dell’intervento della professoressa Luisa Damiano, ordinario di Logica e Filosofia della Scienza Università IULM: “SSono ottimista nell’adozione degli strumenti AI, ma come studiosa credo ci siano questioni da risolvere. Finché considereremo queste tecnologie come meri strumenti, pensando di poterne prevedere e controllare gli effetti, non saremo pronti”. Serve un cambio di prospettiva: “Dobbiamo iniziare a immaginare una specie digitale. Dobbiamo riconoscerli come partner sociali, come accade con i nostri animali domestici. Stiamo immettendo nei nostri ambienti nuovi attori, e questo avrà effetti su di noi”.
Si tratta, d’altronde, anche di immaginare come l’avvento pervasivo di queste tecnologie possa influenzare la nostra vita quotidiana. Non abbiamo definito, ancora, quale sarà la forma che acquisirà l’AI nella vita di tutti i giorni: alcuni esperimenti, alcune applicazioni, tuttavia sembrano ritagliarsi gradualmente un posto centrale alla luce dei risultati ottenuti.
Pensiamo agli smart-glesses, gli occhiali smart, il cui prodotto più celebre è senza ombra di dubbio quello lanciato da META in collaborazione con Essilor-Luxottica: i Ray-Ban Meta. Marcello Cicerone, Head of Industry Tech, Media, Travel&Services META, sintetizza così la questione: “La convergenza tra device e AI sarà ciò che garantirà l’integrazione tra mondo digitale e reale. E l’Italia potrà centrale nello sviluppo di questa tecnologia”.

Una svolta sociale
Se per META la prossima frontiera passa dai device, resta aperta la domanda su come interagiremo con l’AI. Il prompt testuale non sarà la forma definitiva. Per Alessandro Conca di ELEVENLABS, la voce sarà lo strumento più naturale: “La nostra tecnologia replica l’interazione umana. Crediamo che la voce sarà uno degli strumenti principali. E la clonazione vocale può amplificare messaggi, restituire la voce a chi l’ha persa, riproducendo sfumature di intonazione e intenzione”.
Sullo sfondo, naturalmente, c’è tutto quanto non vediamo ma che costituisce la spina dorsale di questa rivoluzione tecnologica. Luigi Bianchi, Innovation Leader del nuovo gruppo Fastweb+Vodafone, ha parlato di un cambiamento strutturale per le telco: “Non siamo più solo un fornitore di connettività. Oggi andiamo incontro ai reali bisogni dei nostri clienti. E l’AI ci permette anche di gestire al meglio l’infrastruttura, prevedendo i picchi della domanda e prevenendo i disservizi”.
Senza contare la crescita del fenomeno dell’Internet of Things, di dispositivi sempre più intelligenti che saranno presenti nelle nostre case o nei nostri luoghi di lavoro: “Stiamo vivendo un cambio di paradigma con applicazioni AI first e con nuove architetture distribuite – ha aggiunto Antonio D’Ortenzio, Solution Architect Manager AWS Italia – L’AI entra nei dispositivi quotidiani, dai veicoli ai macchinari industriali. Rimane fondamentale che i sistemi parlino tra loro nel rispetto delle regole, con attenzione agli aspetti etici”.
Il Demo Day 2025 di PLAI
Voci diverse che però convergono sullo stesso concetto: l’AI è arrivata al punto in cui non ha più senso chiedersi se adottarla, ma è indispensabile capire come farlo senza distruggere ciò che funziona e senza perdere tempo in esperimenti estemporanei. Anche per questo, giornate come questa sono preziose per offrire uno spaccato concreto di applicazioni reali, a bisogni reali, delle tecnologie AI.
La seconda tornata di startup selezionate da PLAI fotografa bene il tipo di problemi che l’AI oggi affronta: inefficienze sistemiche, processi obsoleti, dati mai raccolti o mai analizzati. Soluzioni eterogenee, unite da una stessa urgenza: rendere più intelligenti le infrastrutture esistenti senza reinventarle.
Di seguito il racconto delle sette startup protagoniste.
Billd: rendere visibile ciò che accade nel retail
Gli scontrini cartacei sono un paradosso: nel 2025 continuiamo a produrre miliardi di foglietti tossici, destinati a scolorire in un cassetto e totalmente inutilizzabili per creare valore. Billd va al cuore del problema con un sistema che digitalizza gli scontrini direttamente dal POS, senza app, QR code o frizioni per il consumatore.

Il risultato è duplice: dai agli esercenti uno strumento per ridurre drasticamente i costi e allo stesso tempo trasformi una superficie opaca (i dati sugli acquisti pagati tramite POS) in un dataset finalmente leggibile. È un impatto immediato per settore retail, aziende FMCG e operatori di pagamento. Ma è anche una questione ambientale: la filiera della carta termica è una anomalia che oggi non ha più alcun senso industriale.
Boosted AI: la scuola si modernizza
Il sistema educativo italiano continua a scontare numeri difficili: dispersione scolastica sopra la media europea, costi in crescita per i privati, infrastrutture digitali ancora fragili. Boosted AI costruisce una piattaforma modulare capace di trasformare materiali di studio in esperienze interattive e adattive, utili sia ai docenti sia ai formatori esterni.

Il punto è semplice: puoi avere i migliori contenuti del mondo, ma se non hai un sistema flessibile per erogarli, monitorarli e personalizzarli, il risultato lato insegnamento e lato apprendimento può essere insoddisfacente. Il lavoro di Boosted va proprio in quella direzione, cercando di tenere insieme qualità didattica, automazione e accessibilità. Tecnologia che non sostituisce l’umano ma ne amplifica le possibilità.
Cicero.Live: misurare ciò che nessuno vede
In un’epoca in cui tutto è quantificato, la dimensione fisica degli eventi è rimasta l’ultimo territorio della pura interpretazione. Cicero.Live ribalta la prospettiva usando computer vision per leggere attenzione, engagement e sentiment del pubblico in tempo reale.

È una dashboard che mostra cosa sta succedendo davvero durante uno speech, un workshop o un’esperienza retail. Chi organizza eventi lo sa bene: ci si affida a impressioni, sondaggi post evento e feedback spesso distorti. Cicero offre una metrica che finora non esisteva, e lo può fare anche in tempo reale (sempre con un occhio al rispetto delle norme sulla privacy). Ed è già in espansione fuori dal settore eventi (che da solo è già un mercato enorme), verso trade show e punti vendita.
Compri: per automatizzare il procurement
L’area acquisti di molte aziende è ancora bloccata in un modello operativo che appartiene ad altri decenni. Documenti duplicati, richieste manuali, aggiornamenti infiniti. Compri propone una piattaforma unica che centralizza intake, fornitori, compliance, budgeting e gare, con un assistente AI che elimina il lavoro ripetitivo. Ci sono agenti al lavoro che supportano le imprese a misurare le performance dei fornitori, che collaborano per amplificare gli occhi che controllano i processi, e che potenzialmente in futuro potranno anche agire in altre fasi del processo di produzione.

Il valore non è solo nell’efficienza, e nella riduzione di errori che possono incidere molto sul piano economico, ma nella capacità di liberare tempo per le attività strategiche. È una di quelle soluzioni che, se funzionano, diventano rapidamente invisibili perché entrano nelle abitudini quotidiane delle aziende. E spesso è proprio questo il segno delle innovazioni che durano.
LIA: sconfiggere i ritardi nei pagamenti
La gestione dei crediti B2B è una delle attività più estenuanti per qualsiasi impresa. Bastano pochi giorni di ritardo per generare problemi di cassa, e la parte amministrativa spesso diventa un lavoro manuale infinito. LIA automatizza l’intero processo, dalla riconciliazione alle notifiche fino alla negoziazione dei piani di rientro.

Il risultato è una pipeline che riduce i tempi, tutela le relazioni tra aziende e libera i team da un lavoro che nessuno vorrebbe fare. Applica un layer tecnologico a un processo complesso, ma fondamentale. È un ambito poco glamour, ma decisivo. E proprio per questo è uno dei terreni più fertili per l’intelligenza artificiale applicata.
Math Legacy: la matematica diventa un videogioco
Il gaming educativo ha una lunga storia di tentativi mancati. Math Legacy riesce dove molti hanno fallito integrando game design, AI e scienza dell’apprendimento in un’esperienza che trasforma la matematica in gameplay puro.

I primi risultati nelle scuole sono incoraggianti e la qualità del prodotto è già visibile: in un mese, gli studenti registrano in media un miglioramento del rendimento (quindi voti) del 20 per cento. È una delle iniziative che mostra come l’Italia stia iniziando a proporre progetti edtech competitivi non solo sul mercato locale, ma potenzialmente anche all’estero: in prospettiva, non ci sarà solo la matematica ma tutte le materie nell’ambiente di gioco.
MemorAIz: innovare nelle istituzioni culturali
Università, musei, archivi e realtà editoriali hanno bisogno di integrare l’AI, ma non possono permettersi progetti giganteschi che riscrivano da zero le loro piattaforme. MemorAIz offre moduli AI che si innestano su sistemi esistenti e trasformano contenuti statici in percorsi dinamici e personalizzati, oltre a assistenti AI verticali specializzati nel fornire supporto specifico all’azienda che decide di adottarlo.

È un approccio pragmatico, pensato per contesti dove l’identità culturale è importante almeno quanto la tecnologia. E infatti MemorAIz si posiziona come partner più che come fornitore, puntando a costruire soluzioni su misura per istituzioni che spesso hanno enormi patrimoni informativi inespresso.
L’ecosistema Mondadori
Il Demo Day 2025 mostra un’Italia che non sta solo adottando l’AI: sta iniziando a progettare nuove infrastrutture. PLAI è uno dei tentativi più interessanti perché unisce tre mondi storicamente separati: editoria, tecnologia e formazione. Non è un percorso scontato, né semplice. Per questo Mondadori ha scelto una squadra di partner italiani e internazionali: AWS, Codemotion, ElevenLabs, Fastweb + Vodafone, I3P, IFAB, Multiversity Group, PwC Italy, Startupbootcamp, StartupItalia, Ventive e WPP Media Italy.

Alcune aree del Gruppo Mondadori hanno già avviato progetti interni con startup dell’ecosistema, dall’ottimizzazione del customer service all’automazione dei processi editoriali, fino alla digitalizzazione della richiesta di acquisto e della selezione fornitori tramite AI. Infine, per AD cube, una startup AdTech del primo batch di accelerazione, è stato deliberato un ulteriore aumento della partecipazione del Gruppo Mondadori: è stata sottoscritta da AdKaora, l’agenzia Martech digitale del gruppo, e l’accordo consentirà l’acquisizione del 100% del capitale nei prossimi anni da parte di Mondadori.