Trump vuole portare gli astronauti sulla Luna entro il 2028

Poche ore dopo l’insediamento ufficiale di Jared Isaacman come nuovo amministratore della NASA, la Casa Bianca ha messo nero su bianco la visione dell’amministrazione Trump per i prossimi tre anni. Il presidente ha firmato un ordine esecutivo intitolato “Garantire la supremazia spaziale americana”, un documento che consolida indirizzi già noti ma chiarisce con forza le priorità politiche e operative affidate alla nuova leadership dell’agenzia.

Luna al centro della strategia

Nel testo si legge che gli Stati Uniti devono «perseguire una politica spaziale che estenda i confini della scoperta umana, protegga gli interessi economici e di sicurezza della nazione, liberi lo sviluppo commerciale e getti le basi per una nuova era spaziale». Il cuore dell’ordine esecutivo è la Luna. Trump conferma l’obiettivo di riportare astronauti americani sul suolo lunare entro il 2028 attraverso il programma Artemis e incarica Isaacman di presentare entro 90 giorni un piano dettagliato per raggiungere questo traguardo, affrontando ritardi e criticità, inclusi lander e tute per la superficie.

La Luna avrà una “casa” italiana: il progetto Mph scelto per la missione Artemis
La Luna avrà una “casa” italiana: il progetto Mph scelto per la missione Artemis

Il documento parla anche di un avamposto lunare permanente entro il 2030, mantenendo volutamente ambigua la forma, tra attività sulla superficie e infrastrutture in orbita come il Lunar Gateway. Spicca poi il riferimento esplicito a reattori nucleari sulla Luna e nello spazio, con l’obiettivo di avere un sistema pronto al lancio entro la fine del decennio. In parallelo, l’amministrazione ribadisce la centralità dei lanci commerciali, riconoscendo che i vettori sviluppati dal settore privato sono la via preferenziale per ridurre costi e aumentare sostenibilità.

Fine della ISS, meno spazio alla scienza

Trump assieme alla bandiera della Space Force

Un altro punto chiave riguarda il futuro della Stazione spaziale internazionale. L’ordine esecutivo rilancia l’intenzione di dismettere l’ISS entro il 2030 e di favorire una transizione verso stazioni commerciali, un passaggio complesso che richiederà tempi e investimenti ancora incerti. Sul fronte degli appalti, emerge una preferenza netta per modelli snelli e soluzioni commerciali, con un allontanamento implicito dai tradizionali contratti a costo maggiorato.

Colpisce l’assenza di un piano concreto per una missione umana su Marte. Il pianeta rosso viene citato solo come obiettivo lontano, senza scadenze. Secondo fonti vicine all’amministrazione, l’interesse di Trump si sarebbe raffreddato dopo aver preso atto dell’impossibilità di uno sbarco durante il suo mandato.

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