Il vertice post ferragostano tra USA e Ue cui ha partecipato anche il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelenksy ha fatto riprendere quota alla ipotesi tutta italiana di proporre alla Russia di Vladimir Putin l’adesione di Kyev a una sorta di Nato light o Nato ‘de facto’.
L’Ucraina non aderirebbe infatti all’Alleanza atlantica dal momento che proprio questa possibilità è stata il casus belli che ha spinto Mosca ad aggredire il Paese confinante, ma sarebbe comunque protetta da uno scudo analogo in caso di un nuovo conflitto.
Cosa prevede il piano di Nato light per l’Ucraina
Laddove Mosca non vedesse tale opzione come una minaccia, i Paesi europei oltre l’America potrebbero firmare un trattato multilaterale di natura difensiva, aperto anche a Paesi fuori dalla Nato e senza il cappello dell’Alleanza atlantica, per impegnare i firmatari a reagire a sostegno dell’Ucraina in 24 ore in caso di una nuova aggressione.

Differenza con la Nato
Questa alleanza sarebbe parecchio diversa dalla Nato, organizzazione sovrannazionale militare che riunisce 32 Paesi con l’obiettivo di garantire la sicurezza reciproca in quanto come è stato scritto potrebbe prevedere membri diversi (alcuni Paesi oggi nell’Alleanza atlantica potrebbero non sottoscrivere l’accordo, come probabilmente non farà l’Ucraina di Viktor Orban, mentre altri fuori dalla Nato decidere di presenziare) e un’unica finalità: la protezione dell’Ucraina.
Difficile che la Russia però possa accettare un simile accordo che sancirebbe nei fatti la nascita di una nuova alleanza militare dichiaratamente ostile a Mosca che già, per ovvie questioni di natura storica, mal tollera la Nato originale.
Cosa dice l’articolo 5 della Nato?
Putin diede il via alle ultime operazioni militari in Ucraina all’origine di questo nuovo conflitto proprio quando iniziarono a rimbalzare con maggiore insistenza voci di una adesione di Kyev all’Alleanza atlantica che avrebbe comportato l’apertura anche per quel Paese dell’ombrello dell’articolo 5 stabilisce che «un attacco armato contro uno o più» Nazioni che fanno parte della Nato in Europa o nell’America settentrionale «sarà considerato come un attacco diretto contro tutti» i membri dell’Alleanza. Un attacco di Mosca a Kyev dopo il suo ingresso nella Nato avrebbe comportato insomma lo scoppio di una guerra mondiale.